COMUNICATO IN MERITO ALLE PERQUISIZIONI DOMICILIARI DEL 4/01/2012

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Mercoledì 4 Gennaio 2012, alle ore 6 della mattina agenti della DIGOS, mandato della procura alla mano, irrompono nelle abitazioni di 5 attivisti del movimento bresciano, 3 studenti medi appartenenti al Kollettivo Studenti in Lotta, 1 attivista del centro sociale Magazzino 47 ed un militante di Sinistra Critica e collaboratore dell’emittente antagonista Radio Onda d’Urto.

La spropositata operazione poliziesca è legata alla manifestazione bresciana in occasione dello sciopero generale indetto il 12 Dicembre scorso dalla CGIL; corteo che in coda aveva visto la partecipazione di uno spezzone antagonista composto da studenti medi, chiamati in piazza appunto dal Kollettivo Studenti in Lotta, nel quale erano però presenti diversi militanti di Magazzino47, Radio Onda d’Urto e di tutta la Brescia antagonista ed anticapitalista. Al termine della manifestazione il tentativo da parte dello spezzone di fare irruzione nel Palazzo Loggia, conclusosi con qualche minuto di tensione: spintoni e fronteggiamenti con vigili, carabinieri e agenti. A detta della questura un agente della DIGOS avrebbe riportato la frattura di due costole.

Nel decreto emanato dalla procura della Repubblica l’indicazione è quella di recuperare non solo possibili oggetti atti ad offendere od “armi improprie”, ma anche e soprattutto materiale inerente all’organizzazione della manifestazione in questione o a quella di prossime proteste: questo ha comportato addirittura il sequestro non solo di volantini, ma addirittura di computer e supporti informatici di varia natura e cellulari. Il decreto, riporta sempre la procura, ha una caratterizzazione più che altro preventiva, infatti gli indagati perquisiti potrebbero farsi promotori e partecipanti di prossime mobilitazioni contro la crisi o legate alla questione del centro sociale Magazzino 47, sotto minaccia di sgombero da parte della giunta comunale.

Il fatto, sembra scontato sottolinearlo, è di una gravità e di una portata molto pesanti, nonché assolutamente fuori luogo. Basti pensare che a Brescia non avvenivano perquisizioni ai danni di studenti delle scuole medie superiori addirittura dal 1979.

Il diktat è chiaro: l’austerità, i sacrifici, il governo dei buoni, dei tecnici e dei meritevoli non si contesta. La dittatura finanziaria della BCE e dei suoi governi, come quello di Monti, è la soluzione imposta, piaccia oppure no. Il sistema economico e quello politico non si cambiano, si esce dalla crisi e si sana il debito insanabile di un neoliberismo al collasso, ma ancora in grado di imporsi e sospendere diritti e libertà delle persone.

Per tutti coloro che proprio non vogliono uniformarsi, che non si bevono le loro ricette farlocche che significano soltanto ancora sfruttamento, ancora sacrifici, ancora austerità per lavoratori, studenti, precari, nativi e migranti, ci sono queste operazioni sbirresche intimidatorie.

Da parte nostra sappiamo bene che il sistema capitalista e neoliberista quando va alla deriva per salvarsi non rinuncia nemmeno a sospendere sempre di più diritti e libertà, per imporre meglio le proprie ricette “lacrime e sangue” come illusoria via d’uscita da una crisi e da un debito in realtà insanabili. Lotteremo sempre consapevolmente contro un sistema che ricorre da sempre all’arma della repressione quando si sente colpito, attaccato. Se mai siamo sicuri che queste reazioni ci indichino di aver intrapreso la strada giusta: le lotte e l’opposizione sociale, la pratica dal basso di un’autogestione che per noi significa una prospettiva reale, l’unica via d’uscita da un esistente di ingiustizia sociale. Siamo consapevoli della posta in palio e non ci fermeremo di certo, le persone per noi rimarranno sempre più importanti dei profitti.

Per questo ci sentiamo di dichiarare fin da subito che ci ritroverete sempre nelle strade contro la crisi, contro il debito, contro il razzismo e per difendere gli spazi sociali e di libertà come, per citarne uno, Magazzino 47.

Kollettivo Studenti in Lotta
CSA Magazzino47
Radio Onda d’Urto
Associazione Diritti per Tutti
Confederazione COBAS di Brescia
Il Comitato Antimafia di Brescia “Peppino Impastato”
Sinistra critica di Brescia
Associazione “AltraItalia” Barcellona (Spagna)
Revolta Global-Esquerra Anticapitalista Barcellona (Spagna)
Centro Sociale 28 Maggio
Art@Hack
Rete Sociale e Solidale Franciacorta
Comitato per la libertà e contro la repressione

 

Comunicato stampa Sinistra Critica Brescia

Questa mattina alle ore 6,00 agenti della DIGOS e della squadra mobile, mandato della procura alla mano, irrompono nelle abitazioni di 5 attivisti del movimento bresciano, 3 studenti medi appartenenti al Kollettivo Studenti in Lotta, 1 attivista del centro sociale Magazzino 47 ed un dirigente di Sinistra Critica e collaboratore di Radio Onda d’Urto. Il mandato di perquisizione dice testualmente: “poichè i soggetti in questione, con particolare riferimento a …….,sono tra i fomentatori dei disordini che si stanno verificando a Brescia, anche con riferimento alla nota vicenda dello sfratto del Magazzino47, sono da ritenere socialmente pericolosi e, quindi vi è fondato motivo di ritenere che questi possano occultare armi da utilizzare nelle manifestazioni che si prevedono anche in merito alla contestazione alla manovra economica del governo…..” Sono stati sequestrati pericolosissimi computer, macchine fotografiche, videocamere,telefoni cellulari, caschi da motociclista e da sci, pompe di bicicletta, adesivi. Equiparare manifestazioni di massa ed azioni dimostrative, per quanto militanti e combattive, con l’organizzazione di manifestazioni armate, (insurrezionali???) sembrerebbe una follia, ma è una follia estremamente pericolosa. L’isteria repressiva che sembra aver colpito negli ultimi mesi le “forze dell’ordine” a Brescia (con la copertura di alcuni magistrati, non si capisce se insipienti o complici) sta assumendo caratteristiche di vera e propria “caccia alle streghe”. Dopo aver tentato invano di inviare al confino (come ai tempi del fascismo) alcuni compagni, tentativo lasciato cadere nel ridicolo anche grazie alla correttezza professionale di alcuni magistrati, i “nostri” non demordono. Anzi, iniziano una escalation di provocazioni e di azioni sproporzionatamente repressive. L’obiettivo, oltre colpire “i sobillatori di disordini” (già il linguaggio dimostra il feedback mussoliniano dei nostri eroi in uniforme) punta in realtà a schiacciare, con una specie di “repressione preventiva” che è un mostro giuridico (anche per la legge liberal-borghese vigente) ogni volontà di ribellione contro l’ingiustizia sociale. Far pagare la crisi a lavoratori, studenti, pensionati, per salvaguardare i profitti e le rendite di banchieri e capitalisti, può portare la capacità di sopportazione della gente comune ad un livello di guardia: meglio quindi mostrare da subito il manganello, per scoraggiare qualsiasi velleità di resistenza. Non ci faremo intimidire e continueremo la nostra lotta perché, come recita il nostro slogan di “sovversivi-sobillatori”, la nostra vita vale più dei vostri profitti.

SINISTRA CRITICA BRESCIA


 

Comunicato di Federazione di Brescia Partito della Rifondazione Comunista

Il colpo di stato monetario sembrava semplicemente una formula iperbolica ed espressiva di una tendenza, rappresentata in modo esemplare dalla gestione del governo operata dalla massima magistratura dello Stato, cioè dal presidente della Repubblica.

Vale la pena ricordare che nel 2010, di fronte alla rottura del quadro politico operata da Fini, rottura che con tutta evidenza faceva cadere la corrispondenza tra volontà popolare e sua espressione parlamentare, Napolitano usava tutti i poteri espliciti ed impliciti stabiliti dalla carta costituzionale per impedire la caduta del governo Berlusconi ed andare conseguentemente alle elezioni. Ma Napolitano fece molto di più, uscendo in tal modo dal quadro costituzionale sostanziale, secondo alcune interpretazioni: con il pretesto di far approvare le disposizioni di bilancio impose il rinvio di un mese della verifica parlamentare sulla esistenza di una maggioranza per Berlusconi, consentendo a quest’ultimo di portare a termine la campagna acquisti dei molti scilipoti stanziati in parlamento, con gli esiti che sappiamo. Pare molto dubbio che un intervento di questo tipo rientri tra i poteri costituzionali del presidente della repubblica italiana.

Un anno dopo l’intervento di Napolitano, da salvatore del governo di Berlusconi, si faceva promotore del suo allontanamento dalla guida del paese. Tutti conosciamo i passaggi di questa operazione: dalla constatazione informale della inesistenza della maggioranza parlamentare, al glissamento sulla votazione della sfiducia formale – cosa che avrebbe poi rese politicamente necessarie nuove elezioni – al Monti fatto Cavaliere, cioè senatore a vita, con procedure degne di una monarchia assoluta, all’incarico ed al governo “tecnico”.

Parlare, come hanno fatto molti, di strappo alla democrazia sostanziale non pare dunque ingiustificato. Ora si tratta di vedere fino a che punto il procedere del “governo tecnocratico” terrà fede a questa definizione, che in realtà significa né più né meno che la morte della democrazia. Infatti, se si dice che una scelta è dettata da motivi “tecnici”, nella nostra società significa appunto che è “oggettiva”, che non può essere messa in discussione. Noi invece pensiamo che nella crisi attuale di “tecnico” ci sia soprattutto la “tecnica” in base alla quale la ricchezza sociale va a finire nelle mani del famoso un per cento della popolazione, e comunque nelle mani di una minoranza, usando appunto gli strumenti monetari. Un governo tecnico dovrà dunque in modo prioritario salvaguardare il controllo delle operazioni che garantiscono l’afflusso delle ricchezza nelle mani dei signori della finanza. In primo luogo dovrà garantire l’ “ordine pubblico”, cioè il controllo di ogni movimento popolare che metta in discussione l’egemonia dei signori della finanza.

Noi pensiamo che anche l’episodio delle perquisizioni di questa mattina, al di là dei particolari legati alla piccola cronaca locale, vada in realtà inserito in questo quadro. Come spiegare altrimenti la sproporzione tra i motivi dei provvedimenti – un pubblico episodio di fronteggiamento tra manifestati e forze dell’ordine – e le motivazioni e le modalità delle perquisizioni, volte addirittura alla ricerca di armi? Noi crediamo che si tratti di un preciso messaggio con il quale questo governo si presenta a Brescia, da sempre uno dei “luoghi sperimentali” delle politiche repressive, basti ricordare le bombe degli anni settanta e la strage di Piazza Loggia; messaggio verso il quale la nostra risposta non può che essere unanime e solidale, in difesa degli spazi di aggregazione sociale e di agibilità politica, per una lotta che tutti i sinceri democratici non possono che condividere

Federazione di Brescia Partito della Rifondazione Comunista


 

Comunicato del Centro Sociale 28 Maggio

Esprimiamo piena solidarietà ai compagni che hanno subito le
perquisizioni di questa mattina. Denunciamo il pesante clima di intimidazione

che ormai da parecchio tempo a Brescia sta colpendo tutti coloro che si ribellano a
questo potere violento e repressivo che intende mettere a tacere ogni forma
di dissenso e opposizione sociale.

La crisi che stiamo vivendo porta alla perdita di migliaia di posti di lavoro e di conseguenza al peggioramento delle condizioni di vita di ognuno di noi, non possiamo stare a guardare
indifferenti, l’indifferenza non ci appartiene.

Vogliamo essere protagonisti del nostro presente e del nostro futuro

e di fronte a coloro che ci stanno rubando il futuro noi non intendiamo abbassare la testa.

Utilizzeremo tutti gli strumenti legali che abbiamo per contrastare questa DITTATURA

imposta dalle banche e dai poteri finanziari ai governi centrali che intendono
applicarla utilizzando strumenti repressivi contro tutti coloro che non si
piegano a questo volere.
Difenderemo, da ogni forma di aggressione politica e istituzionale tutti gli spazi che ci
siamo conquistati in questi anni di lotte sociali.

Questi spazi, come Magazzino 47, sono patrimonio collettivo di tutto il movimento perché danno la possibilità a forze politiche, sindacali, associative e a singoli individui di riunirsi organizzando
iniziative culturali, ricreative e di impegno politico fuori dalla logica consumistica del mercato.

“meglio lottare ballando che vivere strisciando”

CENTRO SOCIALE 28 MAGGIO


 

Comunicato del coordinamento provinciale di Sinistra Ecologia Libertà

Sinistra Ecologia Libertà di Brescia in merito alle perquisizioni disposte dalla magistratura a carico di appartenenti al “Kollettivo Studenti in Lotta” e al successivo comunicato degli inquirenti ritiene pericoloso che la magistratura vada oltre ai suoi compiti , cercando di adottare “misure preventive, volte alla tutela dell’ordine pubblico contro eventuali soggetti che intendessero manifestare contro le misure del governo”.

Ribadiamo a chi cerca di transennare il dissenso che la democrazia non e’ pericolosa,  e che ci troviamo in una situazione storica di disgregazione sociale, con un aumento delle disuguaglianze senza precedenti.

Ma la semplice indignazione che a volte si tramuta in atti che non condividiamo si deve tramutare in un progetto di alternativa.

Il compito che abbiamo e’ di costruire una via di uscita facendo appello a quelle esperienze e a quelle forze oggi completamente escluse dal dibattito e dalla possibilità di influire sulle decisioni, lottando ostinatamente contro la devastazione dei diritti e delle garanzie, contro l’idea neoliberista in cui l’oggetto dello sfruttamento e’ il corpo, la mente o la vita nel suo complesso.
Rolfi pensi a governare una città che sta soffrendo e ancora ha da soffrire per la pesante iniquità delle scelte economiche del governo, governo che vedeva la sua parte politica fino a 2 mesi fa silenziosa davanti alla catastrofe delle vite di donne e uomini che si stava consumando.

Rolfi non si lanci in analisi “para sociologiche” sui giovani diretti da forze occulte, abbia occhi piuttosto per guardare quello che ha contribuito a far succedere anche in questa città quando si è fatto fotografare sulle macerie di un campo nomadi o quando, come in questi giorni, nega il diritto ad esistere del “Magazzino 47”.

La magistratura e le forze dell’ordine colpiscano i reati , quando ci sono, ma non si avventurino in teoremi pericolosi fuori dalla realtà, e soprattutto non usino quei teoremi per attuare politiche repressive con il solo scopo di sedare il dissenso.

Noi continueremo a credere nella politica, quella vera,fatta di passione e solidarietà.
Va ricostruito un popolo, insieme, senza avanguardie afone, ma con uomini e donne coraggiosi che rimettano nelle loro mani la loro vita, la loro dignità ed il loro diritto ad un futuro certo per tutti.

COORDINAMENTO PROVINCIALE SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA’ DI BRESCIA

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