L’8 marzo è diventato uno dei tanti giorni di festa strumentalizzati da politici e media che propagandano la figura di una donna debole e vittima del mondo a lei circostante.
Per questo abbiamo deciso di proporre per il mese di marzo un ciclo di film che tocca diversi aspetti del ruolo della donna nella famiglia e nella società e le questioni di genere.
Nella nostra programmazione non poteva mancare il nuovo film “Suffragette”, che racconta la storia della lotta per il diritto di voto alle donne portata avanti collettivamente da coloro che erano costrette a continue discriminazioni sia in campo familiare che lavorativo, destinate a ricevere uno stipendio minore rispetto a quello degli uomini, impossibilitate di poter gestire le proprie ricchezze e la propria vita.
Le Suffragette, unendo le loro forze, avevano deciso di mettere in discussione quella legalità decisa da uomini per gli uomini, pensando che con la conquista del diritto di voto avrebbero potuto tutelare tutte le donne. Dobbiamo ringraziarle per la battaglia politica che hanno portato avanti, sacrificando in alcuni casi anche la loro vita, ma non dobbiamo accontentarci.
Il diritto di voto l’abbiamo ricevuto, sì certo, ma oggi nel 2016 continuano ad esserci disparità tra i sessi: una donna che fa carriera non è ben vista, in alcuni casi viene defemminilizzata, in altri non le vengono riconosciute le vere qualità per cui ha raggiunto il suo ruolo professionale. Ancora adesso esistono stipendi per uomini e stipendi per donne. Questo significa che la lotta iniziata dalle suffragette nella seconda metà dell’Ottocento non è ancora finita.
In questo ciclo di film conosceremo anche la prima persona ad essersi identificata come transessuale e poi sottoposta all’operazione per cambiare sesso.
Questo per ribadire che oggi nessuna lotta si è arrestata, continua anzi quella per la rivendicazione dei nostri corpi e dalle nostre vite che è più attuale che mai.
Vediamo questa negazione di scelta delle nostre esistenze, quando le piazze si popolano di “sentinelle in piedi”, una realtà che vuole vigilare sulla tutela della famiglia, quella naturale e tradizionale.
Vediamo questa negazione, quando ci rechiamo in farmacia e non ci viene concessa la pillola del giorno dopo dal farmacista obiettore e lo rivediamo ancora quando vogliamo praticare l’interruzione volontaria di gravidanza e ci viene negata per obiezione di coscienza. Oggi la privazione della libera scelta si concretizza con l’approvazione di una legge come il DDL Cirinnà scritto in modo da non creare fastidio al potere clericale. Una legge che sembra portare un cambiamento che in realtà non c’è. Una legge che va a decidere sui legami affettivi tra le persone ponendo delle negazioni.
Quando siamo sces* in piazza contro le sentinelle in piedi e “contro” il DDL Cirinnà, l’abbiamo fatto perché vogliamo diritti sociali per le relazioni affettive e per le famiglie di qualunque natura esse siano, vogliamo essere noi a scegliere sulle nostre relazioni, sui nostri corpi e sulle nostre vite.
Queste politiche predicano tanto sulla famiglia tradizionale che deve essere forte e unita, ma noi vediamo tutti giorni non essere così. Ce ne accorgiamo ad esempio nei casi di sfratto per morosità, quando le istituzioni se ne occupano in prima persona: la loro prima mossa è lo smembramento della famiglia, prendendosi carico solo della madre e dei bambini, lasciando a se stesso la figura paterna. In questi casi nessuno pensa a tutelare la famiglia naturale e tradizionale.
La famiglia è proprio un altro tema che toccheremo questo mese con l’ultimo film del ciclo, “Mustang”. Si parlerà della lotta per l’autodeterminazione del proprio corpo e della propria vita, personificata nelle giovani protagoniste che si sottrarranno alle costrizioni imposte dall’ambiente familiare.
È questo che facciamo tutto l’anno: lottiamo! L’8 marzo deve essere solo un giorno in più in cui ribadire che non abbiamo bisogno di una morale che ci imponga il posto in cui stare e il comportamento da tenere per “il nostro bene”, che non abbiamo bisogno di essere vittimizzate per veder riconosciuti i nostri diritti. Vogliamo diritti sociali per le relazioni affettive e per le famiglie di qualsiasi forma, reddito di autodeterminazione per tutte e tutti, libertà delle scelte riproduttive fuori da ogni imperativo alla procreazione.
CSA MAGAZZINO 47
CINEMAG47 DI MARZO
CICLO: DONNE IN LOTTA
Marzo è il mese in cui ricade la data della ora mai strumentalizzata festa della donna dell’8 marzo. Abbiamo deciso di dedicare il ciclo del Cinemag47 di questo mese alle donne che lottano ogni giorno della loro vita e non come vogliono farci credere una sola volta all’anno.
DOMENICA 6 MARZO h 21.00
THE DANISH GIRL di Tom Hooper – Trama:
Copenhagen, primi anni 20. L’artista danese Gerda Wegener dipinge un ritratto del marito Einar vestito da donna. Il dipinto raggiunge grande popolarità e Einar inizia a mantenere in modo permanente un’apparenza femminile, mutando il suo nome in Lili Elbe. Spinto da ideali femministi e supportato dalla moglie, Elbe tenta di effettuare il primo intervento per cambio di sesso da uomo a donna. L’intervento avrà grosse ripercussioni sul suo matrimonio e sulla sua identità.
DOMENICA 13 MARZO h 21.00
SUFFRAGETTE di Sarah Gavron – Trama:
Maud è una suffragetta e come tale fa parte di uno dei primi movimenti femministi della storia, impegnato a reclamare per le donne gli stessi diritti degli uomini contro uno Stato sempre più brutale. Senza essere principalmente donne delle classi più colte, le suffragette erano soprattutto lavoratrici che avevano visto fallire le loro proteste pacifiche e che avevano deciso di ricorrere a tutti i mezzi a loro disposizione per difendere la loro dignità, il loro lavoro, le loro case, i loro figli e le loro stesse vite.
DOMENICA 20 MARZO h 21.00
MUSTANG di Deniz Gamze Ergüven – Trama:
Siamo all’inizio dell’estate. In un remoto villaggio turco Lale e le sue quattro sorelle scatenano uno scandalo dalle conseguenze inattese per essersi messe a giocare con dei ragazzini tornando da scuola. La casa in cui vivono con la famiglia si trasforma un po’ alla volta in una prigione, i corsi di economia domestica prendono il posto della scuola e per loro cominciano ad essere combinati i matrimoni. Le cinque sorelle, animate dallo stesso desiderio di libertà, si sottrarranno alle costrizioni loro imposte.