Da 46 anni siamo convinte e convinti che l’anniversario della Strage di Piazza della Loggia abbia davvero valore se inteso e vissuto come una giornata di lotta, nella memoria attiva di chi quel 28 maggio del 1974 diede la propria vita per un mondo di giustizia sociale e uguaglianza. Questa giornata, così importante e tragica per la nostra città, non può e non deve essere ridotta alla sola testimonianza.
L’occasione di ricordare ciò che è stato ci da l’opportunità di lanciare uno sguardo critico e attento sul presente, difficile, che stiamo vivdendo.
Lo scriviamo e lo diciamo da settimane: il ritorno alla normalità pre-pandemia da Covid-19 non è in alcun modo desiderabile: così come allora fu necessario combattere una normalità fatta di violenza fascista che, per difendere gli interessi degli industriali e della classe politica, colpiva i molti che alzavano la testa fuori da fabbriche e scuole, oggi è necessario impedire a tutti i costi il ritorno alla normalità dei tagli alla sanità, delle privatizzazioni, dei profitti e interessi di industriali e politici davanti alla salute della maggioranza delle persone, della ricchezza prodotta da molti concentrata nelle mani di pochi.
Le 8 vittime e gli oltre cento feriti del 28 maggio 1974, a #Brescia, non si trovavano in Piazza della Loggia per caso. Erano parte di un grande movimento, che in quegli anni riempiva le strade e le piazze di tutto il paese perchè voleva una società più giusta e ugualitaria. In molte e molti mettevano in discussione il mondo esistente, dichiaravano e agivano la possibilità e la necessità di un mondo migliore.
Le stragi di Piazza della Loggia, di Piazza Fontana a Milano il 12 dicembre 1969, della Stazione di Bologna il 2 agosto 1980 avevano un obiettivo preciso: destabilizzare il paese, diffondere la paura utilizzando la manovalanza fascista per rafforzare il potere messo duramente in discussione per tutti gli anni Settanta. Non lo diciamo noi, ma i libri, le inchieste, i documenti storici e giudiziari, decenni di processi, depistaggi, segreti di Stato. Chi quella mattina aveva voluto essere in piazza nonostante la pioggia lo sapeva, si trovava in piazza per questo motivo e per lo stesso motivo pochi giorni dopo, durante i funerali di Stato, fischiò e cacciò le più alte cariche dello Stato e della Democrazia Cristiana al potere.
Siamo consapevoli delle differenze tra la Strategia della tensione e l’odierna pandemia da coronavirus. Ma pensiamo che un filo tragico e inaccettabile leghi la stagione delle bombe nelle piazze ai tempi che viviamo: una parte della popolazione, quella più povera, lavoratori e lavoratrici, precarie e precari, studentesse e studenti, disoccupate e disoccupati, è sacrificabile in nome del profitto e della conservazione dell’ordine e del potere. Oggi come allora, in contesti differenti, l’organizzazione sociale ed economica capitalista mostra il proprio violento cinismo: i profitti di pochi sono più importanti della vita della maggior parte delle persone. In nome dell’economia non si devono chiudere le fabbriche e i magazzini, non importa se migliaia di lavoratori si ammaleranno e contageranno i propri familiari. In nome della conservazione di questo potere ingiusto si devono colpire i movimenti sociali, si deve terrorizzare la gente, possono morire molte persone.
Sono due facce, differenti, ma della stessa medaglia sporca di sangue.
Oggi, convinte e convinti dell’importanza di tutelare davvero la salute di tutte e di tutti, manifestiamo in forma statica
e rispettando il distanziamento fisico, superando il distanziamento sociale. Domani dovremo riempire le piazze.
Oggi come allora contro una normalità che non è più tollerabile.
GIOVEDÌ 28 MAGGIO 1974 – 2020
ORE 18.00 – PIAZZA DELLA LOGGIA
MANIFESTAZIONE ANTIFASCISTA E ANTAGONISTA (STATICA, DISTANZIATA E CON I DPI)
CSA Magazzino47 – Associazione Diritti per tutti – Kollettivo Studenti In Lotta – Brigata “Franca Tanfoglio”